Editoriale

Abstract

Questo numero di Prisma torna all'antico stile editoriale che ha per molto tempo caratterizzato la rivista: la presenza di un nucleo centrale di contenuti basato sulla discussione di una ricerca territoriale e la declinazione dei risultati emersi attraverso molteplici vettori di analisi. Il ritorno all'"antico" non programmato avviene affrontando un fenomeno di straordinario impatto globale che nel numero non abbiamo esitato a definire evento di rottura epocale (Orazi). Significa che alcune condizioni determinate dalla pandemia sembrano mettere in discussione molti elementi del quotidiano che diamo per scontati. Salutarsi, fare la spesa, passeggiare, andare a scuola, lavorare sono tutte azioni profondamente mutate dalla presenza del Covid-19 e dai protocolli sanitari imposti per il suo contenimento. È mutato anche il modo di considerare la vita come un diritto fondamentale inalienabile. Nelle fasi drammatiche di picco pandemico, spesso negli ospedali si è lavorato con un ordinamento di guerra, dove coloro che possedevano minori possibilità di sopravvivere venivano accantonati in favore di chi poteva salvarsi con maggiore probabilità. Nello stesso tempo, molto è cambiato sul piano delle relazioni economiche tra stati. Ad esempio, la sospensione sine die del patto di stabilità europeo ha segnato il momento in cui più plasticamente l'evento di rottura ha manifestato i suoi effetti dirompenti sulla realtà sociale consolidata. Sempre nell'articolo di Orazi, il rischio per la plausibilità e la legittimazione della realtà sociale viene in parte imputato ad un cattivo discorso pubblico della scienza mediatizzata. La stessa, accanto alla sua straordinaria capacità di accelerazione sui vaccini, tramite network collaborativi internazionali prima mai sperimentati per numerosità, integrazione funzionale e pervasività ha mostrato tutte le sue difficoltà a rappresentare e produrre il senso necessario a fertilizzare i germi di un "fatto sociale totale" in grado di regolare la crisi materiale e ontologica dell'ipermodernità di fronte all'evento totale pandemico. Un nuovo "fatto sociale totale" è necessario per garantire all'ordine socioeconomico un'adeguata cornice di senso. Tale funzione non pare risiedere nelle corde della scienza. Un fatto sociale totale unisce azioni e cornici di senso degli aspetti economici, politici, culturali e religiosi di un sistema sociale, ripristinando forme di ordine contro il rischio che le strutture simboliche e materiali portanti del vivere sociale vengano a perdere la loro plausibilità. Come sottolineava Jaspers (2014), scienza e tecnologia hanno programmi basati su una incomprimibi-