“…Lo fa prendendo spunto dagli studi e dalle indagini investigative che hanno assunto l'abitare migrante, ma più nello specifico il nesso casa/migrazioni (Boccagni, 2017a;2017b;Boccagni, Brighenti, 2017), come una delle possibili chiavi di lettura dei processi che accompagnano e che segnano le migrazioni internazionali (Bergamaschi, Piro, 2018;Tosi, 1993;Petrillo, 2018) La premessa da cui prendono avvio e a cui si ispirano queste pagine non è, però, circoscritta ai casi di soluzioni abitative escogitate dai migranti, ma ricalca un frame analitico più articolato all'interno del quale è possibile distinguere la varietà di significati che convergono nella definizione di casa, indipendentemente dal fatto che si tratti di persone migranti o autoctone. La caratteristica che attraversa gli studi ai quali abbiamo inteso fare riferimento nel tentativo di restituire le esperienze etnografiche raccolte sul campo si riconosce, principalmente, nell'impossibilità di pensare alla casa semplicemente come a un luogo fisico, sganciato cioè dalle relazioni che si producono oltre le mura domestiche e che si proiettano in uno spazio interiore o della memoria (Boccagni, 2017a;2017b;Brighenti, Boccagni, 2017;Fravega, 2018;Porcellana, 2011;Tosi Cambini, 2004) e, di conseguenza, di immaginare le persone senza casa come degli individui a cui manca qualcosa (Barnao, 2004;Tosi Cambini, 2004;Wacquant, 2002).…”