“…Oltre ai poco frequenti campeggi organizzati dall'Api e poi più spesso dal movimento cooperativo, proprio le colonie estive sono infatti i luoghi in cui l'Associazione pionieri cerca di immettere, come decisivo elemento vivacizzante, le proprie modalità comunicative e pratiche organizzativo-educative. Mentre l'originario modello socialdemocratico austrotedesco dei Falchi rossi prevede soprattutto escursioni e soggiorni nella natura basandosi sugli ostelli, o su attendamenti [Eppe 2000[Eppe -2001Fincardi 2000Fincardi -2001Fincardi 2008;Mishler 1998;Caroli 2006], e quello comunista sovietico e slavo prevede per questo scoutismo rosso dei ben strutturati "campi dei pionieri" e delle "città dell'infanzia", i paesi latini dispongono più facilmente di colonie elioterapiche montane e soprattutto marine, che specialmente nella Francia degli anni Trenta hanno rielaborato il metodo dei Falchi rossi e dei Pionieri [Mercier 1998;Mercier 2000Mercier -2001-2001Lee Downs 2002]. In Italia, nella sostanziale mancanza di simili strutture, Pionieri e Falchi rossi italiani federati nell'Api idealizzano semmai il campeggio, ma hanno mezzi economici limitatissimi e coi propri metodi educativi sanno di poter raggiungere più facilmente un ampio numero di bambini e ragazzi di ambo i sessi nelle colonie, di cui il regime fascista aveva promosso una diffusione straordinaria, in particolare sul litorale adriatico romagnolo e marchigiano.…”