Off-Label Uses of Omalizumab

El-Qutob, David

doi:10.1007/s12016-015-8490-y

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“…Recent trends have espoused biologic therapies for a multitude of inflammatory conditions, including the application of omalizumab in a number of other IgE-mediated conditions, including chronic rhinosinusitis (CRS). 1,2 The association between asthma and CRS is well known. Overall, 20% to 33% of patients with CRS also exhibit asthma, a rate approximately 4 times greater than that observed in the general population.…”

Section: Discussionmentioning

confidence: 99%

Impact of omalizumab therapy on medication requirements for chronic rhinosinusitis

Chandra

Clavenna

Samuelson

et al. 2015

Int Forum Allergy Rhinol

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Section: Discussionmentioning

confidence: 99%

Impact of omalizumab therapy on medication requirements for chronic rhinosinusitis

Chandra

Clavenna

Samuelson

et al. 2015

Int Forum Allergy Rhinol

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“…[31,32] Treatment options are mainly oral and/or topical superpotent corticosteroids frequently combined with immunomodulants such as dapsone and tetracyclines or immunosuppressant agents like azathioprine and methotrexate. [33,34] Recent reports about the successful treatment of individual BP patients with the anti-IgE antibody omalizumab [35][36][37][38][39][40] suggest a pathogenic relevance of IgE autoantibodies.…”

Section: Introductionmentioning

confidence: 99%

IgE-mediated mechanisms in bullous pemphigoid and other autoimmune bullous diseases

Beek

Schulze

Zillikens

et al. 2015

Expert Review of Clinical Immunology

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Autoimmune bullous diseases (AIBDs) are characterized by autoantibodies against structural proteins of the dermal-epidermal junction (in pemphigoid diseases) and the epidermal/ epithelial desmosomes (in pemphigus diseases). By far, the most common AIBD is bullous pemphigoid, which is immunopathologically characterized by autoantibodies against BP180 (type XVII collagen) and BP230. IgG and, to a lesser extent, IgA autoantibodies are the major autoantibody isotypes in these disorders. IgE autoantibodies are increasingly reported in particular in bullous pemphigoid. The development of specific and sensitive anti-BP180 IgE ELISA systems, the report of two experimental murine models employing IgE autoantibodies against BP180, and the successful treatment of bullous pemphigoid with the anti-IgE antibody omalizumab have raised interest in the role of IgE autoantibodies and the modulation of their production in AIBDs. Here, the relevance of IgE autoantibodies in the diagnosis, pathophysiology, and treatment decisions of AIBDs, with a focus on bullous pemphigoid, is reviewed. ARTICLE HISTORY

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“…In addition, we believe that proper counseling, tailored information and useful advice to manage CRSwNP symptoms are the basic elements for efficacious management of such a complex disease. On the other hand, emerging data 32 33 are now available from studies about the possibility of targeting therapy to different endotype of CRS with NP, focusing on prominent cytokines, which are key features of eosinophilic CRSwNP. With the availability of various hmAbs to specifically target cytokines and their receptors, we cannot exclude a refinement of our approach integrating indication, and in particular to control severe disease.…”

Section: Discussionmentioning

confidence: 99%

Non-surgical management of chronic rhinosinusitis with nasal polyps based on clinical-cytological grading: a precision medicine-based approach

Gelardi

Iannuzzi

Giosa

et al. 2017

Acta Otorhinolaryngol Ital

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La rinosinusite cronica con polipi nasali (CRSwNP) è una malattia cronica nasosinusale, a eziologia infiammatoria, con significativo impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti. La CRSwNP rappresenta ancora oggi una sfida terapeutica per lo specialista ORL, sia per la comprensione della sua eziopatogenesi, sia per il suo controllo clinico ed è questo è testimoniato dalla alta incidenza di recidiva dopo trattamento. Abbiamo voluto verificare lipotesi che un approccio terapeutico nuovo, standardizzato, e individualizzato sul grading clinico-citologico (clinical-cytological grading CCG) consentisse un miglior controllo dei sintomi della malattia, e di ridurre la necessità di ricorrere alla chirurgia. Abbiamo pertanto reclutato 204 pazienti affetti da CRSwNP, di cui 145 hanno regolarmente assunto la terapia rispettando il protocollo proposto, e 59 pazienti, invece, che non hanno assunto la terapia in modo sistematico e sono stati quindi inclusi come controlli. Dopo 5 anni di trattamento standardizzato, abbiamo notato che 15 pazienti su 145 (10,3%) del gruppo con terapia standardizzata avevano avuto un miglioramento dello staging endoscopico, 61 su 145 (42%) si erano mantenuti costanti, mentre 69/145 (47,5%) erano andati incontro a un peggioramento. Nel gruppo di controllo, invece, i pazienti peggiorati erano ben 49 su 59 (83%), con un peggioramento significativo in termini di grading endoscopico di almeno due classi (p < 0,05). I pazienti e i controlli sono stati successivamente stratificati sulla base del CCG in 3 sottogruppi: pazienti con CCG lieve, moderata e grave. Dopo tale suddivisione in classi, è stato possibile evidenziare che nel gruppo con CCG lieve (n = 27), il 92% dei pazienti manteneva negli anni un trend costante, in assenza di peggioramenti e senza necessità di ricorrere alla chirurgia nei 5 anni di osservazione, mentre nel gruppo di controllo, 1 paziente su 59 (1,6%; p = <0,05) ricorreva a chirurgia. Nel gruppo con CCG moderato (n = 83), invece, il 44% dei pazienti standardizzati non aveva avuto un peggioramento di grading endoscopico, con un 3,6% di pazienti che aveva avuto necessità di ricorrere alla chirurgia, contro il 13,6% del gruppo controllo (p < 0,05). Nel gruppo dei pazienti con CCG grave (n = 35), anche se nessun paziente riusciva a ottenere un miglioramento del grading endoscopico, il 40% dei pazienti veniva comunque giudicato controllato da un punto di vista clinico. Nel gruppo dei pazienti con CCG grave, ben il 5,7% dei pazienti necessitava di trattamento chirurgico, ma anche in questo caso, la percentuale dei pazienti operati era significativamente maggiore (p = 0,0000) nel gruppo di controllo (49%). Infine, lanalisi statistica effettuata ha dimostrato chiaramente che, da un punto di vista obiettivo, le dimensioni dei polipi nasali tendevano ad aumentare a una velocità maggiore nel gruppo controllo che nel gruppo standardizzato, con incrementi proporzionali nelle tre classi di CCG (lieve, moderato e grave). Lo studio attuale fornisce le basi per lo sviluppo e ladozione di un nuovo approccio per la gestione della CRSwNP sulla base di uno score clinico e citologico (CCG) che permetta di stimare con accuratezza la gravità della CRSwNP e di adattarne il trattamento. Tale approccio limita luso degli steroidi sistemici alle sole classi CCG di entità moderata-grave con dosi di steroidi inferiori rispetto a quanto precedentemente suggerito in letteratura. Il nostro protocollo può migliorare pertanto laderenza terapeutica dei pazienti, il tasso di controllo della malattia e può ridurre il ricorso alla chirurgia nel corso degli anni.

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Off-Label Uses of Omalizumab

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Impact of omalizumab therapy on medication requirements for chronic rhinosinusitis

Impact of omalizumab therapy on medication requirements for chronic rhinosinusitis

IgE-mediated mechanisms in bullous pemphigoid and other autoimmune bullous diseases

Non-surgical management of chronic rhinosinusitis with nasal polyps based on clinical-cytological grading: a precision medicine-based approach

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