Questo volume di Marco Novarino, professore associato presso l'Università di Torino, dedicato al complesso e delicato rapporto fra massoneria e chiese evangeliche, può essere definito come una sorta di "punto di arrivo" di una lunga serie di studi, dedicati dal nostro autore a questo ambito di ricerca fin dagli inizi degli anni Novanta sia a livello locale (Piemonte) che nazionale e internazionale (iberico e iberico-americano). Punto di arrivo ma anche di partenza e di stimolo per quanti si occupano non solo di libera muratoria ma anche della presenza evangelica nell'Italia contemporanea a partire dalla conclusione del processo unitario nazionale. I due estremi cronologici indicati nel titolo segnano infatti l'inizio e la fine del processo di rafforzamento sia della presenza massonica che di quella protestante in Italia. Dal vittorioso esito della Seconda guerra d'indipendenza e dalla conseguente espansione del Regno di Sardegna nella nostra penisola, fino allo scoppio della prima guerra mondiale. Non si tratta però di una storia svolta su piani paralleli, quasi come se fosse una comparazione dell'una e dell'altra realtà qui prese in considerazione. Il testo di Novarino si propone, al contrario, di indagare sui fitti rapporti, legami e reciproche influenze che fra i due mondi si istaurarono, partendo quindi dalla ricostruzione dei percorsi iniziatici e religiosi di coloro che ricoprirono ruoli decisivi nell'evoluzione e dell'una e dell'altra delle due realtà prese in considerazione, nei primi cinquant'anni della nostra storia unitaria. Come ben evidenzia l'autore, egli ha inteso scattare una sorta di "foto di gruppo", con la consapevolezza, però, che il risultato è una foto in chiaroscuro, a causa della lacunosità delle fonti. Per condurre il suo esame, Novarino parte, nel suo primo capitolo, con un rapido, necessario, excursus, dal fatidico 1717, ovvero l'anno della fondazione della Gran loggia d'Inghilterra, per procedere poi a ricostruire tutto quel periodo che va dalla seconda metà del Settecento fino alla prima metà dell'Ottocento. Un'epoca nella quale, in Italia, la presenza protestante, a parte la tradizionale componente valdese, era assai ridotta numericamente e composta essenzialmente da esigue comunità estere mentre quella massonica era vittima di feroce repressione. L'autore indica quindi il punto di svolta nel 1848, anno della Prima guerra d'indipendenza, quando lo Stato sabaudo, dopo aver concesso lo Statuto e la pienezza dei diritti civili a valdesi e a ebrei, iniziò a porsi alla guida del processo di unificazione nazionale. Arrivando quindi al 1859, l'anno della rinascita sia per la massoneria, dopo la lunga epoca della Restaurazione, che per il protestantesimo, con l'avvio del processo di evangelizzazione della nostra penisola. Da lì in poi, come possiamo vedere nel secondo capitolo, dedicato al periodo (1859-1870), ambedue i soggetti qui studiati, al di là delle divisioni al loro interno, si impegnarono a ricercare solidi legami internazionali oltre a un maggior radicamento a livello nazionale. I...