ReSuMen La historia de la presencia de la aristocracia italiana en los ejércitos españoles del siglo XVIII es una historia olvidada. El presente trabajo analiza esta persistencia de la nobleza italiana en los ejércitos de los Borbones, su proveniencia y las causas, políticas y sociales,
Un tema sicuramente impegnativo e certamente non facile da affrontare, quello che David García Hernán ripercorre nelle circa quattrocento pagine di cui si compone questa interessante monografia. Partendo dall'età antica l'autore si ripromette di analizzare l'impatto della guerra e della pace nella storia della cultura occidentale. Ovvero di come, nei millenni della nostra storia-dalla formazione delle prime società contadine sedentarie, che hanno visto la nasciata di eserciti professionali per difendersi dalle continue razzie dei predoni nomadi, sino praticamente ai nostri giorni-, si sia passati da una glorificazione dei valori marziali, e pertanto della guerra intesa come parte fondante nella creazione delle società europee, all'esaltazione della pace quale principio guida e base delle relazioni tra i popoli. Una trasformazione che ebbe inizio, come ben indicato nel primo capitolo (Un siglo de supremacia de la cultura de la paz), a nostro avviso il meglio riuscito di tutta l'opera, dopo l'immensa tragedia del primo conflitto mondiale, quando, con la nascita della Società delle Nazioni, i vari stati europei, ma non solo, cercano di rinunciare alla forza quale forma per dirimere i loro contrasti iniziando a mettere in discussione, anche dal punto di vista del diritto internazionale, il concetto di guerra giusta. Un primo passo incerto, dato che tutto ciò non servì a impedire l'ascesa delle dittature totalitarie, che coi loro programmi di riarmo e di espansione territoriale, portarono inevitabilmente allo scatenarsi del secondo conflitto mondiale. Saranno pertanto i decenni successivi alla fine della seconda guerra mondiale, che l'autore ripercorre a volo d'uccello soffermandosi a indicare i cambiamenti imposti dall'incubo nucleare, a segnare quella svolta decisiva e l'ascesa dei movimenti pacifisti e antibellicisti nello scenario politico internazionale. La guerra del Vietnam, col suo antimilitarismo diffuso all'interno del mondo occidentale, ma soprattutto, la seconda guerra del Golfo (2003), vero punto di svolta del pacifismo internazionale, che cessa di essere un fenomeno elitario, quasi di nicchia, per divenire un movimento di massa. Il tutto grazie a quelle manifestazioni spontanee e multitudinarie che riempirono le piazze delle principali città europee e americane, che contribuirono a cambiare radicalmente la nostra visione della guerra vista ormai come anacronistica, col rifiuto definitivo all'impiego della forza per dirimere le questioni internazionali (pp. 48-50). Al culmine di oltre duemila anni di storia, nelle parole dell'autore, una volta per tutte e, pare, definitivamente, "la cultura de la paz se imponía sin ninguna cortapisa" (p. 50). Ma per arrivare a questo risultato si era dovuto sovvertire un ordine di idee radicato e imperante sin dall'età antica che aveva esaltato i valori marziali e in generale glorificato, se non divinizzato la figura dei combattenti. Basti pensare al più grande poema epico tramandatoci dall'antichità classica, l'Iliade, con la sua celebrazione della guerra e il valore del...
Nell'Europa della prima etÀ moderna la costruzione del consenso e la cooptazione delle élites locali all'interno degli stati transnazionali era di vitale importanza per il mantenimento della stabilitÀ interna. In questo saggio l'autore analizza l'impiego da parte della corona spagnola dei cavalierati dell'ordine militare di Santiago per blandire l'aristocrazia dello Stato di Milano all'interno del processo di consolidamento del controllo in un'area di importanza strategica fondamentale per la politica della monarchia spagnola nell'Italia settentrionale e nell'Europa centrale. Un processo di larga durata che prende l'avvio dagli onori concessi alle vecchie famiglie della nobiltÀ feudale durante i regni di Filippo II e III, sino ad arrivare alla premiazione degli ufficiali aristocratici dell'esercito durante le guerre di Filippo IV, e l'ascesa delle "nuove" famiglie alla fine della dominazione spagnola.
Milán gastaron enormes sumas de dinero para abastecer, alistar y pagar las fuerzas armadas de Felipe IV. Este trabajo quiere analizar cuál fue la contribución de estas regiones en los momentos más críticos de la guerra de los Treinta años hasta la paz de los Pirineos y sus consecuencias.
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