Pollen gene flow is not impeded in the fragmented agricultural landscape investigated. High pollen immigration and extensive pollen dispersal distances are probably counteracting the potential loss of genetic variation caused by isolation. Some evidence was also found that U. minor and U. pumila can hybridize when in sympatry. Although hybridization might have beneficial effects on both species, remnant U. minor populations represent a valuable source of genetic diversity that needs to be preserved.
The Turkey oak (Quercus cerris L.) is widely distributed in Italy, where it is the ecologically dominant oak on sandy and acidic soil. In this work, we analysed 23 natural populations by means of eight SSR (microsatellite) markers, to obtain the first synthetic map of genetic variability for this species and to study its dispersion during the Holocene, due to the possibility that at least one refugium during the Last Glacial Maximum was in Italy. The analyses showed a good amount of genetic variability together with fair differentiation between populations, as indicated by FST = 0.059. A Bayesian analysis of the amount of admixture among populations revealed the presence of four putative gene pools of origin and a rough subdivision of the populations according to their geographic location, as confirmed by the spatial analysis. No evidence for the existence of putative refugial populations was found; however, this study paves the way for the planning of conservation strategies also with regard to the relationship between Turkey oak and other oak species in Italy.
1Centro Nazionale per lo studio e la conservazione della Biodiversità Forestale di Peri (VR); gui.peri@libero.it 2 Centro Trasferimento Tecnologico Fem Iasma, San Michele all'Adige Nella primavera del 2008, un grave deperimento è stato osservato in una piantagione di farnia, messa a dimora nel 1989 dal Centro Nazionale per la Biodiversità Forestale di Peri in collaborazione con l'Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo presso il campus dell'Università di Parma. Il fenomeno ha portato nel giro di cinque anni alla morte di 227 individui sui 1000 presenti. Nell'esame delle cause si è potuto escludere da subito l'effetto della siccità, per la presenza di regolari irrigazioni. Le piante apparivano colonizzate da Biscogniauxia mediterranea a cui rapidamente subentravano altri funghi lignicoli e numerosi insetti xilofagi. Dal suolo si è potuto isolare Phytophthora quercina in prossimità delle piante sofferenti. Per contrastare la moria fin dal 2009 si sono eseguite regolari concimazioni con pollina commerciale: i risultati sono stati una forte riduzione della mortalità ed un buona ripresa vegetativa di piante già sofferenti. Attualmente l'impianto appare in buono stato vegetativo anche se persistono alcune piante sintomatiche. La possibilità di recuperare gli scopi sperimentali dell'impianto appare concreta così come la sua possibile evoluzione verso una valenza socio ricreativa adatta al contesto.Parole chiave: Quercus robur, Phytophthora quercina, Biscogniauxia mediterranea, pollina. Keywords: Quercus robur, Phytophthora quercina, Biscogniauxia mediterranea, chicken manure.http://dx.doi.org/10.4129/2cis-lg-rec L'impiantoNella primavera del 2008, un grave deperimento è stato osservato in una piantagione di farnia, messa a dimora nel 1989 dal Centro Nazionale per la Biodiversità Forestale di Peri in collaborazione con l'Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di Arezzo presso il campus dell'Università di Parma. L'impianto era nato come confronto fra due diverse provenienze italiane allo scopo di selezionare materiale di moltiplicazione adatto alla produzione di legno di pregio e non aveva mostrato negli anni precedenti alcuna problematica. La piantagione pura su 4 ettari era stata effettuata con 1000 semenzali di tre anni posti con sesto a quadro a distanze di 5 m e non era mai stata oggetto in passato di alcun intervento selvicolturale significativo, fatta eccezione per alcune indispensabili potature di allevamento. Sull'intera superficie è stata mantenuta, fino al 2009, una coltivazione a prato con regolari irrigazioni estive e concimazioni annuali a base di letame; da quell'anno tali pratiche sono state sospese per la completa chiusura delle chiome ed il conseguente calo di resa produttiva della copertura erbacea. Va ricordato che la piantagione è inserita in un contesto agrario ed è circondata da prati irrigui intensamente utilizzati. L'impianto insiste su un suolo di origine alluvionale con tessitura limosa-argillosa, a reazione neutra (pH 7,22) ed elevato contenuto in sostanza organica, con buone pe...
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