La Docimologia ha affrontato diverse sfide che hanno comportato rivoluzioni e riassestamenti. Dopo aver brevemente tratteggiato il percorso compiuto dalla scienza della valutazione dei processi di apprendimento/insegnamento verso quella che viene definita valutazione formativa, si focalizzano alcuni aspetti critici posti in essere dalla ricerca neuro-educativa e che si pongono, dunque, come nuove sfide per la Docimologia: (1) le distorsioni valutative generate dalla diffusione dei neuro-miti; (2) la pericolosità dei bias inconsci dell'insegnante che agiscono sui processi di valutazione. Laddove questi processi vengono resi consapevoli è possibile volgersi ad un'idea valutativa improntata all'equità e all'ideale pedagogico della democrazia e della valorizzazione autentica del singolo. Ciò è reso possibile soprattutto grazie all'ausilio di strumenti, tecniche o metodi in grado di orientare l'azione docimologica degli educatori. Per tal motivo ne vengono analizzati alcuni come l'osservazione sistematica, la riflessione parlata, la rubrica di valutazione delle competenze, i compiti di realtà.
Il presente contributo si focalizza su una sfida educativa impellente della contemporaneità: la form-azione della cittadinanza digitale. A partire dal Quadro di riferimento Europeo per le competenze digitali dei cittadini, viene svolta una riflessione basata sull'interconnessione tra il Capability Approach e le competenze digitali. Il Capability Approach, sviluppando un orizzonte di senso eticoeconomico-politico basato su: "functioning", "capability" e "agency", completa e orienta il framework teorico-metodologico dettato dai riferimenti normativi europei sullo sviluppo delle digital skills. L'indagine sulle digital skills può essere un'opportunità per orientare l'azione formativa, in riferimento allo sviluppo delle competenze digitali, verso la piena libertà e il potenziamento della coscienza critica dei cittadini nell'effettuare delle scelte per il raggiungimento di standard formativo-professionali desiderabili.
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