Le fratture dell'epifisi prossimale dell'omeroepidemiologicamente -riguardano in più del 70% dei casi soggetti al di sopra di 60 anni. Se si considera la tipologia delle fratture a tre o quattro parti dell'epifisi prossimale dell'omero, osservate negli ultimi 10 anni, nella nostra esperienza vi è stata una diminuzione di frequenza delle classiche fratture a 4 frammenti in valgo con una scomposizione più o meno limitata del frammento cefalico e sono comparse altre tipologie di fratture legate a due situazioni di base: i traumi ad alta energia nel giovane, specialmente negli incidenti di moto e in sport come lo sci, e le fratture con comminuzione osteoporotica, soprattutto a livello del trochite e della parte metaepifisaria dell'omero, nell'anziano. Nel giovane si osservano quindi sempre più spesso fratture con lussazione anteriore o posteriore del frammento delle testa omerale e, sia nel giovane sia nell'anziano, fratture instabili con l'epifisi in varo per frammentazione del calcar e della metafisi, con complessi problemi nella riduzione, stabilizzazione e sintesi, oltre ai ben noti rischi di necrosi cefalica. Comunque nella popolazione complessiva (giovani e anziani), se considerate sotto il profilo della scomposizione, le fratture che necessitino assolutamente di un trattamento chirurgico si riducono al 15% circa. Criteri di scelta tra trattamento chirurgico e conservativoLa scelta tra trattamento conservativo e trattamento chirurgico si basa su diverse considerazioni, tutte soggette a legittimi dubbi e spesso non suffragate da casistiche comparate tra casi non operati e operati. I criteri che proponiamo e adottiamo nella pratica clinica sono quindi forzatamente empirici, in quanto le deformazioni dell'epifisi prossimale sono così variabili da rendere impossibile stabilire una griglia di indicazioni che renda la scelta del trattamento sicura e quasi automatica. ABSTRACT -CONSERVATIVE TREATMENT OF PROXIMAL HUMERUS FRACTURES: INDICATIONS AND LIMITS The majority of proximal humerus fractures can be treated non-operatively with a satisfactory functional result and only minor difficulties in daily life activities.Decision-making should be based on injury specifics and patient age and requirements. The evaluation of the acceptable degree of displacement for conservative treatment without risk of pain or severe limitation of movement is very difficult. Traditional x-ray examination must be completed with a CT scan, with 3D reconstruction in difficult cases. Conservative treatment must be avoided in cases of superior and posterior displacement of the greater tuberosity and in varus or valgus fractures with more than 20-25°of angulation, mainly in young or active patients.
e archivio di Ortopedia ReumatologiaMolti medici del "Gaetano Pini", istituto ortopedico superspecialistico di lunga tradizione, hanno una importante attività di contatti e scambi di esperienze ad alto livello con istituzioni o colleghi che appartengono all'area più sviluppata della chirurgia ortopedica, come quella degli Stati Uniti e dell'Europa. Limitati invece sono stati sinora i contatti con le medicine emergenti, come quelle dell'Africa È quindi stato con molto entusiasmo che gli estensori di questo report, Francesco Maggi e Pier Luigi Gambrioli, hanno accettato la proposta dell'AISPO (Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli), ONG emanazione dell'Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele e con una lunga tradizione nel campo della cooperazione in ambito sanitario in tutto il mondo, presente in India dal 1997, di trascorrere tre settimane lavorando nel campo della traumatologia e delle chirurgie specialistiche dell'arto superiore per l'avviamento di un sistema di pronto soccorso sul territorio (Emergency Medical System, EMS) presso l'Indian Spinal Injuries Centre (ISIC) di Delhi, e per lo sviluppo delle attività di assistenza medica e chirurgica del Delek Hospital di Dharamsala, principale struttura sanitaria per la popolazione tibetana in esilio nella regione indiana dell'Himachal Pradesh. L'ISIC di Delhi e il Delek Hospital di Dharamsala sono strutture sanitarie attivate nell'ambito di progetti di cooperazione allo sviluppo finanziati in prima istanza dal Ministero degli Affari Esteri (Cooperazione Italiana), e che hanno poi beneficiato di contributi della Provincia e del Comune di Milano, della Regione Lombardia e di privati. L'ISIC di Delhi, nato come istituto per il trattamento della traumatologia vertebrale, è divenuto in questi anni un centro di riferimento a livello nazionale in India per il trattamento delle lesioni neurologiche spinali e ha ampliato recentemente la propria attività con chirurgie specialistiche come anca, ginocchio e spalla, emergenza traumatologica e reumatologia, mediante l'acquisizione e la formazione di personale medico e fisiatrico specializzato. Il Delek Hospital è un valido presidio, sia medico sia per la chirurgia di base, per la popolazione tibetana in esilio in India. Attualmente il progetto principale finanziato e organizzato da AISPO con questa struttura è quello della prevenzione e della cura della tubercolosi. Quando Riccardo Macorini (anestesista rianimatore che già nel 2002 aveva attivato con AISPO un programma che prevedeva, tra l'altro, di trasferire pazienti con lesioni vertebrali o mielolesi dall'Afghanistan all'ISIC di Delhi in modo che potessero ricevere una assistenza adeguata) ha iniziato la sua attività presso l'Istituto Ortopedico G. Pini, si è aperta la prospettiva di un utilizzo delle competenze ortopedico-traumatologiche dell'Istituto per una collaborazione con le strutture ospedaliere di Delhi e Dharamsala. Il progetto si è concretizzato sinora in due missioni. Nell'ottobre del 2007 Macorini si è recato in India per attività di organizzazi...
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