C’è una differenza sostanziale tra chi si esprime con la lingua standard e chi lo fa in dialetto. Gli studi sulla traduzione della poesia dialettale sono pochi e le prospettive teoriche denunciano per lo più difficoltà implicite in una tale operazione, ma non forniscono modelli operativi soddisfacenti. La domanda che ci si pone è se sia corretto tradurre la poesia ciacava nel dialetto istroveneto o lo si debba fare in italiano standard. Nel saggio si discuteranno le peculiarità della scrittura poetica dialettale di Daniel Načinović: l'espressività della lingua orale legata alla concretezza e all’immediatezza, l'uso frequente di immagini e paragoni, di suoni onomatopeici, di forme allocutive e di modi di dire. In particolare si analizzeranno le tecniche traduttive che permetteranno di recuperare quell'orizzonte antropologico che può essere testimoniato non solo dal ciacavo che lo esprime, ma anche dall'istroveneto che questo mondo lo conosce e lo vive.
Università Juraj Dobrila Dipartimento di studi in lingua italiana RiassuntoSe gli esseri umani sono ''programmati'' per l'acquisizione di una lingua, possiamo dedurre che siamo programmati anche per acquisirne più di una. È risaputo che l'età in cui viene introdotta la seconda lingua ha effetti importanti sullo sviluppo e sul funzionamento del cervello, sul modo in cui questo gestisce gli stimoli linguistici e semiotici. Sull'assunto che ipotizza la possibilità per tutti di diventare facilmente bilingui, la presente ricerca cercherà di constatare il livello di apprendimento di una lingua in età adulta. Si analizzerà il linguaggio di sei parlanti bilingui in età adulta, badanti presso persone anziane in Italia. Di seguito si spiegheranno le difficoltà linguistiche che i soggetti incontrano e il grado di bilinguismo raggiunto con alcune riflessioni comparative e conclusive.Parole chiave: bilinguismo tardivo, apprendimento spontaneo, linguistica, pragmalinguistica. Alcune teorie sul bilinguismoIl significato del termine ''bilingue'' è diverso a seconda della situazione, dell'età, delle prospettive, delle motivazioni per cui le definizioni si muovono tra una concezione larga, ma pur realistica, e una concezione rigorosa e ristretta con pochi riscontri nella realtà. MacNamara (1967), dichiara bilingue chiunque parli più di una lingua, mentre Bloomfield (1993) proclama bilingue solo chi parla perfettamente due lingue. Secondo Titone (1972) le due lingue devono godere di una autonomia strutturale completa, senza sfruttamento dell'una nella costruzione di strutture o prodotti dell'altra «aderendo fedelmente ai concetti e alle strutture che a tale lingua sono propri, anziché parafrasando la lingua nativa» (1972, 13). Ambedue le definizioni mettono l'accento sul grado di competenza, e squalificano subito i parlanti che non possiedono la competenza linguistica richiesta. Per tale motivo, le definizioni che prenderemo come punto di partenza sono quella di Weinreich («Chiamerò qui bilinguismo la pratica di usare alternativamente due lingue, e bilingui le persone interessate», 1974, 3) e quella di Haugen («the point where a speaker can first produce complete meaningful utterances in the other language», 1953, 7) che pongono come criterio fondamentale l'uso e la necessità comunicativa e lasciano aperta la questione del grado di competenza linguistica.
Durante l' apprendimento dell'italiano L2 è importante l' aspetto dell' acquisizione del lessico che comprende sia il significato denotativo che connotativo. In particolare quello connotativo è spesso arbitrario e culturalmente specifico; riconoscerlo diventa un prerequisito della competenza interculturale. Tale conoscenza dovrebbe essere accessibile agli studenti di italiano in Istria, dato che il contatto con la lingua deriva dall' ambiente stesso. Nell'intento di verificare quest'ipotesi sono stati inclusi nella ricerca studenti delle scuole medie e superiori. La ricerca si pone i seguenti obiettivi: dove avviene il contatto con elementi della cultura italiana; quali sono le più frequenti parole ed espressioni che gli studenti associano con la cultura italiana; quanto efficace risulta l'insegnamento dell'italiano L2 in Istria e a che livello di competenza lessicale arrivano gli indagati nel riconoscere i significati connotativi. Parole chiave: competenza lessicale nella L2, significato connotativo, significato denotativo, competenza interculturale, italiano, acquisizione del lessico Pri učenju italijanščine kot drugega jezika je pomemben tudi aspekt usvajanja besedišča, pri čemer je pomemben tako denotativi kot tudi konotativni pomen. Sploh konotativni je pogosto arbitraren in kulturno-specifičen, njegovo prepoznavanje pa je predpogoj za pridobitev medkulturne kompetence. Tovrstno znanje naj bi bilo dosegljivo učečim se italijanščine na dvojezičnih področjih v Istri, saj je stik z drugim jezikom zagotovljen v samem okolju. Z namenom preveriti to hipotezo so bili v raziskavo vključeni učenci predmetne stopnje osnovne šole in dijaki srednjih šol. Raziskava želi raziskati kje se učen-ci in dijaki srečujejo z elementi italijanske kulture; katere so najpogostejše besede in fraze, ki jih učenci in dijaki asocirajo z italijansko kulturo; koliko je učinkovito poučevanje italijanščine kot drugega jezika v Istri in kakšno stopnjo leksikalne kompetence imajo sodelujoči pri prepoznavanju konotativnega pomena. Ključne besede: leksikalna kompetenca v drugem jeziku, konotativni pomen, denotativi pomen, interkulturalna kompetenca, italijanščina, učenje besedišča aimed to analyze or build the discourse through message codification and decodification. Following that perspective, the meaning of the utterance would be completely and inwardly codificated and the communicative process would not request any interpretative creativity. Reversely, numerous researches, which are placed half way between the philosophy of speech, pragmalinguistics and cognitive sciences, put an emphasis on the importance and the determinant role, in the communicative contexts, played by intentions and the inferential processes. These are communicative effects where the meaning of communication is regarded to be a form of cooperative social interaction based upon knowledge sharing (Grice, 1975;Sperber
I dilemmi che da sempre tormentano coloro che si occupano di traduzione poetica possono venir riassunti in due quesiti di base: il primo, di natura prevalentemente filosofica, se è possibile tradurre la poesia, e il secondo, di natura pratica, come tradurre un testo poetico (Campanini 2001). Questo saggio racchiude un tentativo di traduzione poetica dall'italiano al croato di alcune filastrocche/poesie di Rodari accompagnato da riflessioni operative, senza la pretesa di proporre un modello ideale anche perché "la bontà di una traduzione non può stabilirsi a priori" (Praz 1925: 10) ma può avere solo una validità contingente, legata ai gusti dell'epoca oppure ai valori estetici e ideologici del singolo traduttore. Ciò significa che più che il plauso della critica, sarà il consenso del pubblico vasto ed eterogeneo a esprimere un giudizio di accoglienza o di rifiuto. La dinamica delle operazioni linguistiche e concettuali che hanno generato la versione definitiva delle presenti traduzioni è stata molto complessa e discussa considerando che nell'effettuare le singole scelte traduttologiche è stato necessario tenere conto simultaneamente di molteplici e diversi fattori nella loro interazione: contenuto, ritmo, rime, assonanze, significati, costumi, cultura.
RiassuntoIl discorso della politica, pur essendo indirizzato verso l'immediatezza, la semplicità e la chiarezza, in effetti si nasconde dietro a concetti generici e luoghi comuni. Appare spesso oscuro, vago, ambiguo, autoreferenziale. Le ricerche pragmalinguistiche individuano in questi discorsi informazioni rilevanti relative a tutti quegli elementi impliciti del contesto e del co-testo. In questa ricerca sono stati analizzati e discussi i discorsi di tre personaggi della politica croata e segnalate le similitudini e le differenze tramite l'analisi dei deittici, delle presupposizioni, delle implicature e degli atti linguistici individuati.Parole chiave: pragmalinguistica, linguaggio della politica, atti linguistici, implicature conversazionali, deissi
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