Le convenzioni sono la realtà con cui si ha a che fare 3 . Ma abbiamo inteso lavorare sulle convenzioni (i nomi, le etichette) in maniera euristica: è utile pensare una -se non unica, almeno unita -arte orale? La questione andava messa alla prova; e data l'attuale specializzazione e suddivisione disciplinare del sapere, la risposta doveva essere cercata dai rappresentanti degli studi sulle varie arti orali distinte, sia pure in una prospettiva comune garantita da alcune discipline ad esse trasversali come estetica, semiotica, scienze della comunicazione, antropologia ecc. Pronunciava il già citato dépliant: «Improntato a una forte vocazione interdisciplinare, il convegno chiama a dialogare studiosi di diversa estrazione: estetica, teoria letteraria, poe sia contemporanea, metrica, linguistica, etnomusicologia, analisi musicale, drammaturgia musicale, storia del teatro, performance studies. L'interazione dei vari punti di vista consentirà di affrontare l'oralità nella sua valenza trasversale e, allo stesso tempo, negli aspetti specifici relativi a ciascuna espressione artistica». Oggi sottoscriviamo ancora quella scelta, anzi rilanciamo soggiungendo che studiosi di ulteriori diverse discipline si potrebbero proficuamente convocare, per integrare il quadro.Quello che fin qui abbiamo denominato convegno fu in verità un evento significativamente più ricco. Ospitò infatti anche una serie di performance artistiche 4 . Nell'occasione esse furono definite "sessioni performative", a indicarne la differenza specifica rispetto alle concomitanti ordinarie "sessioni accademiche". Anche in questo senso il nostro intento era promuovere la trasversalità degli approcci: non solo discutere teoricamente l'arte orale, ma pure realizzarla concretamente. Anche il sapere sull'arte (o sulle arti) travalica confini che, come quelli tra i generi artistici, 3. In quanto "oggetti sociali"; cfr. M. Ferraris, Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Laterza, Roma-Bari 2009. 4. Per la cronaca: un recital di musica dotta contemporanea, strumentale ma paradossalmente emula della voce, pure parlata (con pezzi di Fabio Cifariello Ciardi e altri, al violoncello solo Michele Marco Rossi), tre performance di poe sia, ascrivibili rispettivamente alle sottospecie melologo (Rosaria Lo Russo con Francesco Casciaro), poe sia sonora (Giovanni Fontana) e spoken music (Lello Voce), un poe try slam (a cura di Michele Milani di Medium Poesia e Davide Passoni di SLAM srl, con