Introduzione. Il sospetto d'infezione ematogena associata all'impianto di catetere venoso (CR-BSI: Catheter-Related Bloodstream Infections) frequentemente comporta la rimozione inappropriata del catetere. Il test per la valutazione del DTP (Differential Time of Positivity) per colture da sangue periferico da catetere rispetto a quello prelevato da vena periferica costituisce un metodo conservativo di riferimento per formulare una diagnosi d'infezione cateterecorrelata. Blot e colleghi (Lancet 1999;354:1071-7) hanno definito che una differenza nel tempo di crescita superiore a 120 minuti è predittiva d'infezione da catetere venoso. Scopo di questo lavoro è stato quello di sviluppare un programma per la gestione informatizzata dei dati relativi alle emocolture temporizzate. Metodi. Nel laboratorio dell'Ospedale di Desio il sistema automatico di rivelazione microbica per emocolture (BacT/ALERT3D; Biomerieux) in uso è collegato bidirezionalmente al server. Il risultato e l'orario di positivizzazione vengono registrati nel database centrale non appena inviati dallo strumento, insieme ad una serie di informazioni aggiuntive. Essi sono immediatamente disponibili per la consultazione telematica da parte dei medici dei reparti di degenza mediante l'accesso all'Intranet del laboratorio, e sono visualizzabili, per ogni singolo paziente, mediante un'apposita schermata. Risultati. Dal Dicembre 2005, data di attivazione di questo servizio informatico, al Marzo 2007 sono stati segnalati 176 episodi di sospetta CR-BSI relativi a 89 pazienti. In 18 episodi su 176 sia la coltura da sangue periferico da catetere che quella prelevata da vena periferica risultavano positive per lo stesso microrganismo, di cui 15 (83.3%; 8.5% del totale) con un DTP > 120 min. Le infezioni risultavano sostenute da batteri Gram positivi in 6 casi (40%), da batteri Gram negativi in 7 casi (46.7%) e da Candida spp in 2 casi (13.3%). In 3 episodi (16.7%) il DTP risultava inferiore a 120 min. Conclusioni. I risultati ottenuti concordano con le più recenti osservazioni sulle CR-BSI. L'archiviazione elettronica dei risultati relativi alle emocolture facilita la sorveglianza delle infezioni nocosomiali CVC-correlate.
POSTER MicrobiologiaM e d i c a 187 bioMerieux . Come atteso E.coli è il patogeno dominante (56,7 %) G088PARASSITOSI DA DIROFILARIA REPENS: Laboratorio di Microbiologia Ospedale Civile "G.Mazzini", Piazza Italia, 64100 TeramoIntroduzione La Dirofilaria repens è un nematode parassita dei canidi e dei felidi, diffuso nel mondo ed in Italia, soprattutto nel Settentrione. Gli adulti si localizzano nel sottocutaneo, producendo microfilarie sanguicole che passano da un animale all'altro per mezzo di ospiti intermedi quali varie specie di zanzare, tra cui quelle zooantropofile. L'uomo rappresenta un ospite occasionale, nel quale l'adulto di dirofilaria produce noduli sottocutanei o polmonari, migrando anche sotto la congiuntiva. Caso clinico Il nostro studio ha valutato il caso di un paziente di anni 62 che si è presentato all'osservazione anamnestica per una neoformazione pruriginosa del cuoio capelluto presente da almeno due anni, verosimilmente assimilata ad una cisti sebacea. A seguito di un intervento chirurgico di escissione del nodulo si è rilevata la presenza di un esemplare di nematode vivo, della lunghezza di circa 14 cm., ascrivibile al genere Dirofilaria. Successivamente il paziente è stato monitorato con esami chimico-clinici, radiografia al torace ed ecocardiogramma i cui risultati non hanno evidenziano particolari alterazioni. L'esemplare è stato inviato all'Istituto Superiore di Sanità per l'identificazione di specie con le tecniche di biologia molecolare che hanno confermato il sospetto diagnostico in Dirofilaria repens. Per il paziente non è stato necessario un ulteriore intervento terapeutico oltre l'escissione chirurgica poiché l'uomo è considerato un ospite occasionale. Conclusioni La peculiarità del caso dipende a nostro parere dalla bassa prevalenza di dirofilariosi umane diagnosticate in Abruzzo rispetto a regioni come il Piemonte e la Lombardia, dove si ha una prevalenza dell'80%, e dall'assenza totale di condizioni a rischio del paziente. G089 TEN-YEARS ANTIMICROBIAL SUSCEPTIBILITY PATTERNS FOR ESCHERICHIA COLI IN URINE CULTURES COLLECTED AT DESIO HOSPITALSolaro M.; Galbiati E.; Crespi C.; Limonta G.; Colombo L.; Mocarelli P. Servizio Universitario di Medicina di Laboratorio, Ospedale di Desio, via Mazzini 1, 20033 Desio (MI)Purpose The aim of the study was to document antimicrobial susceptibility patterns for Escherichia coli, the main pathogen in urinary tract infection (UTI), to help the selection of empirical treatment. Methods We reviewed results of urines collected at Desio Hospital from 1993 to 2002 (inpatients and outpatients).Midstream (MSU) and catheter (CTU) urines were cultured using standard methods. Identifications and sensitivity tests were performed by Bactident E.coli (Merck) and Vitek (Biomerieux). Quality control included weekly sensitivity tests for E.coli ATCC25922 and participation in BioDevelopment (1993BioDevelopment ( -2002 and UKNEQUAS (2001UKNEQUAS ( -2002 schemes. E.coli antibiograms were retrieved from the laboratory database after duplicates exclusion; patterns...
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