Background and Purpose-The purpose of our study was to investigate whether emergency transcranial Doppler (TCD) findings and their modifications over the first 48 hours are related to early neurological changes in acute ischemic stroke patients. Methods-Ninety-three patients underwent CT scan within 5 hours of a first-ever ischemic hemispheric stroke, and TCD serial examinations at 6, 24, and 48 hours after stroke onset. We classified TCD findings as follows: normal; middle cerebral artery (MCA) asymmetry (asymmetry index between affected and contralateral MCAs below -21%); and MCA no-flow (absence of flow signal from the affected MCA in the presence of ipsilateral anterior and posterior cerebral artery signals through the same acoustic window). We considered early deterioration and early improvement to be a decrease or an increase of 1 or more points, respectively, in the Canadian Neurological Scale score over the same period. Results-At 6-hour TCD examination, MCA asymmetry and MCA no-flow were present in 6 (22%) and 2 (7%), respectively, of 27 improving patients; in 20 (43%) and 10 (22%) of 46 stable patients, and in 9 (45%) and 8 (40%) of 20 deteriorating patients. TCD findings were normal in the remaining patients (Pϭ0.001). At serial TCD, we detected early (within 24 hours) recanalization (from no-flow to asymmetry or normal and from asymmetry to normal) in 2 (25%) improving patients, in 7 (23%) stable patients, and in 5 (29%) deteriorating patients and late (between 24 and 48 hours) recanalization in 4 (50%) improving patients, in 6 (20%) stable patients, and in none of the deteriorating patients (Pϭ0.03, 2 for trend, improving versus nonimproving irrespective of the timing of recanalization). One deteriorating patient (5%) developed a no-flow from an initial MCA asymmetry. Logistic regression selected normal TCD (odds ratio [OR], 0.17; 95% confidence interval [CI], 0.06 to 0.46) as an independent predictor of early improvement and abnormal TCD (asymmetry plus no-flow) (OR, 5.02; 95% CI, 1.31 to 19.3) as an independent predictor of early deterioration. Conclusions-TCD examination within 6 hours after stroke can help to predict both early deterioration and early improvement. Serial TCD shows that propagation of arterial occlusion is rarely related to early deterioration, whereas the fact that it can detect early recanalization (within 24 hours) in deteriorating patients and both early and late recanalization (after 24 hours) in improving patients suggests the existence of individual time frames for tissue recovery.
The injection performed before VM appeared to be the most effective TCD procedure in determining the transit of microbubbles through a PFO and subsequently in the MCAs.
MicrobiologiaM e d i c a 52 INTRODUZIONE L'uso eccessivo di antibiotici comporta, negli anni, un aumento di microrganismi resistenti alle terapie antimicrobiche, che producono disagi ai pazienti e costi aggiuntivi per il prolungamento della degenza. In particolare, il trattamento delle infezioni nosocomiali diventa sempre più difficoltoso, poiché più del 70% dei ceppi batterici che le causano sono resistenti ad uno o più antibiotici comunemente utilizzati per la terapia (2). Inoltre, l'uso di farmaci alternativi risulta il più delle volte meno efficace o addirittura nocivo per il paziente con conseguenti risultati clinici peggiori (4). L'applicazione di misure di prevenzione ha come scopo impedire la comparsa di nuovi ceppi resistenti, evitando l'uso inadeguato di antibiotici, e controllare il diffondersi tra i pazienti di ceppi patogeni già resistenti (6, 15). Tale fine può essere raggiunto attraverso l'utilizzo di strumenti di protezione quali guanti e mascherine e detergenti a base di alcool per l'igiene delle mani che si sono dimostrati efficaci nel ridurre l'incidenza sia delle infezioni, sia delle trasmissioni nosocomiali (14).Nel caso del C. difficile, è richiesto l'uso aggiuntivo di specifici agenti attivi contro le spore, resistenti all'alcool (1). Risulta inoltre opportuno l'isolamento del paziente colonizzato da batteri multiresistenti e/o facilmente diffusibili per ridurre al minimo i rischi di contagio (5). Allo scopo di prevenire la diffusione di ceppi potenzialmente patogeni, l'Ospedale di Desio (MI) ha avviato, da alcuni anni, un programma di sorveglianza delle infezioni nosocomiali attraverso la tempestiva identificazione di "germi sentinella" e, a partire dall'anno 2004, ha aderito alla rete di sorveglianza SENTILOMB 1 avviata dal Coordinamento Regionale dei Comitati di Controllo delle Infezioni Ospedaliere della Regione Lombardia. Scopo del nostro lavoro è stato valutare, negli anni, la prevalenza di microrganismi sentinella identificati dai campioni di pazienti ricoverati presso gli Ospedali di Desio e Seregno.
POSTER MicrobiologiaM e d i c a 187 bioMerieux . Come atteso E.coli è il patogeno dominante (56,7 %) G088PARASSITOSI DA DIROFILARIA REPENS: Laboratorio di Microbiologia Ospedale Civile "G.Mazzini", Piazza Italia, 64100 TeramoIntroduzione La Dirofilaria repens è un nematode parassita dei canidi e dei felidi, diffuso nel mondo ed in Italia, soprattutto nel Settentrione. Gli adulti si localizzano nel sottocutaneo, producendo microfilarie sanguicole che passano da un animale all'altro per mezzo di ospiti intermedi quali varie specie di zanzare, tra cui quelle zooantropofile. L'uomo rappresenta un ospite occasionale, nel quale l'adulto di dirofilaria produce noduli sottocutanei o polmonari, migrando anche sotto la congiuntiva. Caso clinico Il nostro studio ha valutato il caso di un paziente di anni 62 che si è presentato all'osservazione anamnestica per una neoformazione pruriginosa del cuoio capelluto presente da almeno due anni, verosimilmente assimilata ad una cisti sebacea. A seguito di un intervento chirurgico di escissione del nodulo si è rilevata la presenza di un esemplare di nematode vivo, della lunghezza di circa 14 cm., ascrivibile al genere Dirofilaria. Successivamente il paziente è stato monitorato con esami chimico-clinici, radiografia al torace ed ecocardiogramma i cui risultati non hanno evidenziano particolari alterazioni. L'esemplare è stato inviato all'Istituto Superiore di Sanità per l'identificazione di specie con le tecniche di biologia molecolare che hanno confermato il sospetto diagnostico in Dirofilaria repens. Per il paziente non è stato necessario un ulteriore intervento terapeutico oltre l'escissione chirurgica poiché l'uomo è considerato un ospite occasionale. Conclusioni La peculiarità del caso dipende a nostro parere dalla bassa prevalenza di dirofilariosi umane diagnosticate in Abruzzo rispetto a regioni come il Piemonte e la Lombardia, dove si ha una prevalenza dell'80%, e dall'assenza totale di condizioni a rischio del paziente. G089 TEN-YEARS ANTIMICROBIAL SUSCEPTIBILITY PATTERNS FOR ESCHERICHIA COLI IN URINE CULTURES COLLECTED AT DESIO HOSPITALSolaro M.; Galbiati E.; Crespi C.; Limonta G.; Colombo L.; Mocarelli P. Servizio Universitario di Medicina di Laboratorio, Ospedale di Desio, via Mazzini 1, 20033 Desio (MI)Purpose The aim of the study was to document antimicrobial susceptibility patterns for Escherichia coli, the main pathogen in urinary tract infection (UTI), to help the selection of empirical treatment. Methods We reviewed results of urines collected at Desio Hospital from 1993 to 2002 (inpatients and outpatients).Midstream (MSU) and catheter (CTU) urines were cultured using standard methods. Identifications and sensitivity tests were performed by Bactident E.coli (Merck) and Vitek (Biomerieux). Quality control included weekly sensitivity tests for E.coli ATCC25922 and participation in BioDevelopment (1993BioDevelopment ( -2002 and UKNEQUAS (2001UKNEQUAS ( -2002 schemes. E.coli antibiograms were retrieved from the laboratory database after duplicates exclusion; patterns...
Introduzione. L'uso di antibiotici comporta, negli anni, un aumento di microrganismi resistenti alle terapie antimicrobiche, che producono disagi ai pazienti e costi aggiuntivi per il prolungamento della degenza. Allo scopo di prevenire la diffusione di ceppi potenzialmente patogeni, l'Ospedale di Desio (MI) ha avviato, da alcuni anni, un programma di sorveglianza delle infezioni nosocomiali attraverso la tempestiva identificazione di "germi sentinella" e, a partire dall'anno 2004, ha aderito alla rete di sorveglianza SENTILOMB 1 avviata dal Coordinamento Regionale dei Comitati di Controllo delle Infezioni Ospedaliere della Regione Lombardia. Scopo del nostro lavoro è stato valutare, negli anni, la prevalenza di microrganismi "sentinella" identificati dai campioni di pazienti ricoverati presso gli Ospedali di Desio e Seregno. Metodi. Tra i "sentinella" segnalati nel periodo 2000-2005 dal Servizio di Medicina di Laboratorio dell'Ospedale di Desio, sono stati considerati: S.aureus meticillina-resistente (MRSA), Enterococchi vancomicina-resistenti (VRE), C.difficile tossigenico (CD-tox), E.coli e K.pneumoniae produttori di beta lattamasi a spettro esteso (ESBL). È stata calcolata la prevalenza come % dei "sentinella" sui campioni positivi; la % di CD-tox è riferita al totale delle richieste. L'analisi statistica è stata effettuata con SAS versione 8.2. Risultati. Nel periodo 2000-2005 la prevalenza di MRSA è scesa da 61.3% a 44.9% (Pfortrend<0.001) e la prevalenza di CD-tox da 23.1% a 17.8% (Pfortrend=0.003). La prevalenza di VRE si è ridotta, senza raggiungere la significatività statistica, da 8.2% nel 2003 a 2.3% nel 2004. La prevalenza di ESBL è aumentata da 3.8% nel 2000 a 6.6% nel 2005 (Pfortrend=0.025). Conclusioni. L'osservazione di microrganismi "sentinella" all'Ospedale di Desio mostra una riduzione nella frequenza di isolamento di MRSA, VRE e CD-tox, alla quale può aver contribuito la vigilanza messa in atto. La crescita nell'isolamento di ceppi ESBL (concordante con la letteratura) è un fenomeno preoccupante, benché, all'Ospedale di Desio, la loro diffusione risulti ancora limitata. Risultati. Il 10% degli stipiti è risultato positivo per la produzione di ESßL mediante sistema automatizzato e test del doppio disco. Gli isolati, sempre sensibili alla associazione piperacillina-tazobactam, erano prevalentemente caratterizzati da una maggiore resistenza al cefotaxime che al ceftazidime, producevano un enzima con pI alcalino (circa 8.4), con attività idrolitica nei confronti di cefotaxime, ceftazidime, aztreonam e cefepime. È stata confermata, in tutti i ceppi con fenotipo caratteristico, la produzione di CTX-M 1. Conclusioni. I risultati sottolineano la diffusione, anche a livello locale, della ESßL CTX-M 1. Solo se sistemi diagnostici per emocolture rapidi sono associati ad opportuni test di sensibilità in vitro atti ad individuare le resistenze dell'agente eziologico in causa, è possibile supportare efficacemente il clinico per la scelta di una corretta terapia. 042
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