This article focuses on the central and ambivalent role that cities play in the context of platform capitalism. While on the one hand, urban spaces have become an advanced ground for the operations of capital, on the other they have also become the main stage for resistance movements. The city is thus emerging as a decisive political and socio-economic dimension for understanding the impact of digital platforms on workers and on society. By presenting two Italian case studies from the city of Bologna, we aim to shed light on how cities not only provide the necessary resources and infrastructures for platforms to rise and operate, but also give rise to movements to organise and resist these developments.
A partire da una rassegna della letteratura recentemente formatasi attorno al capitalismo di piattaforma, questo contributo prova a evidenziare la crescente diffusione dei "miti" della di-gitalizzazione. In particolare, verrà sottolineato come l'idea di una produzione dematerializzata, automatizzata, democratizzata ed ecologicamente sostenibile non solo manchi di cogliere la reale entità delle trasformazioni in atto, ma sia funzionale a consentire l'incremento dello sfruttamento del lavoro e della natura. Studi empirici mostrano come la realtà delle trasforma-zioni in atto sia quella di un'economia popolata da una varietà di contesti geografici, situazio-ni lavorative e modi di produzione differenti che vengono spesso oscurati dalle narrazioni diffuse dalle piattaforme digitali. Dunque, il ripensamento dei confini della digitalizzazione appare necessario non solo per disarticolare i suoi "miti", ma si trova anche alla base di un possibile rovesciamento dei suoi esiti.
Nel 2013 Trebor Scholz curava per Routledge un testo titolato Digital Labor: The Internet as Playground and Factory. Il testo raccoglieva i contributi di alcuni tra gli studiosi più innovativi e eclettici del lavoro digitale e si proponeva di evidenziarne le tendenze e le implicazioni nell'epoca contemporanea. Il tema era il cambiamento del lavoro mediato dalle tecnologie di rete, nel momento in cui la tecnologia ibrida ogni ambito dell'esistenza sino a cambiare la definizione stessa di lavoro. Il dibattito evidenziava alcuni nodi irrisolti dell'economia digitale, in primo luogo i temi della rendita e del lavoro gratuito nell'ambito della rete, quali espressione della capacità di estrarre informazioni da milioni di consumatori come condizione per la difesa di posizioni strategiche nel capitalismo delle piattaforme. Il presente contributo si concentra precisamente su questi temi, sulla tendenza recente a interpretare la rete come un apparato di cattura distopico, a differenza delle speranze che le venivano associate, sottolineando le trasformazioni e il ruolo ambivalente svolto dall'automazione e della tecnologia nell'immaginario collettivo.
scite is a Brooklyn-based organization that helps researchers better discover and understand research articles through Smart Citations–citations that display the context of the citation and describe whether the article provides supporting or contrasting evidence. scite is used by students and researchers from around the world and is funded in part by the National Science Foundation and the National Institute on Drug Abuse of the National Institutes of Health.